Progetto per il risanamento
della rete fognaria
esistente a servizio
della zona abitata
di LA PRESA (GE)
e la costruzione
dell’impianto di depurazione
Data : 1996
ALLEGATO n.
RELAZIONE GEOLOGICO-GEOTECNICA
AI SENSI DELLA LEGGE N. 3267
DEL 30/12/1923 E DEL D.M. LL.PP. 11/03/1988
Dr. Geol. Claudio Falcioni Dr.
Geol. Aurelio Giuffrè
Dr. Geol. Maria Ferrando
Dr. Antonio Oneto
Dr. Ric. Alessandro Tomaselli
PO 005
INDICE
1 PREMESSE
1.1 Incarico ed obiettivi
1.2 Riferimenti normativi
1.3 Modalità
2 INQUADRAMENTO
GEOGRAFICO
3 GEOLOGIA
4 GEOMORFOLOGIA
5 IDROGEOLOGIA
6 GEOMECCANICA
6.1 Rilevamento strutturale e classificazione
degli ammassi rocciosi
6.2 Stabilità degli A.R.
6.3 Markland test
7 CARATTERIZZAZIONE
GEOTECNICA DI MASSIMA DELLE COLTRI E DELLE ALLUVIONI
8 VERIFICA DEI FATTORI
DEL VINCOLO IDROGEOLOGICO
9 CRITERI
DI INTERVENTO E DI SISTEMAZIONE IDROGEOLOGICA DELL’AREA
9.1 Principali soluzioni tecniche suggerite
ALLEGATI
TAV. 1 CARTA
GEOLOGICO-GEOMORFOLOGICA
SCALA 1:2000
TAV. 2 SEZIONI
GEOLOGICHE (indicative) SCALA 1:200
TAV. 3 SCHEDA DISSESTO
TAV. 4 MARKLAND TEST
1 PREMESSE
1.1 Incarico ed obiettivi
L’indagine in oggetto, si inserisce nell’ambito del progetto
di impianti fognari in località LA PRESA redatto dall’Area 06 - Genio Civile
dell’Amministrazione Provinciale di Genova.
Il progetto prevede la realizzazione di più rami di una
condotta fognaria atta all’allontanamento dei liquami e a convogliarli a valle
dell’opera di presa dell’acquedotto A.M.G.A. S.p.A., previa depurazione.
Precedentemente alla fase di elaborazione della relazione è
stata ricevuta dal progettista Ing. Beneventano, copia del progetto con tutte
le indicazioni sull’opera prevista.
Inoltre è stato compiuto un sopralluogo con lo stesso, nel
corso del quale sono stati ispezionati i luoghi interessati dal tracciato
fognario.
Lo scopo del presente lavoro consiste nel valutare la
compatibilità e l’idoneità geologico-tecnica dell’area ad essere impegnata
dall’opera in esame, nonché a definire i vincoli e le modalità costruttive
imposte dalla morfologia, dalla natura e struttura dei terreni attraversati
previa definizione delle caratteristiche geologico-geomorfologiche di una
fascia di terreni costituenti l’alveo e le sponde dei torrenti Bisagno e Lentro
scelti come sede del tracciato fognario.
1.2 Riferimenti normativi
Per la stesura della presente relazione si è tenuto conto
del D.M. 11/3/88 (Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle
rocce.......).
Tutta l’area interessata dall’opera fognaria ricade nelle zone
sottoposte a vincolo idrogeologico dei Comuni di Bargagli e di Davagna ai sensi
del R.D. n. 3267/23.
La L.R. n. 22/84 (Legge Forestale Regionale) che regolamenta
gli interventi in zone sottoposte a vincolo idrogeologico e la successiva L.R.
n°9/93 di trasferimento di tale competenza alle Province impongono a chi
interviene una comunicazione agli enti interessati.
Tali leggi prevedono l’acquisizione dell’autorizzazione
degli Enti delegati (Provincia, Comunità montane) previa presentazione di
domanda, progetto e relazione geologico-tecnica.
Altro riferimento normativo per la presentazione degli
elaborati per interventi in zona di vincolo idrogeologico è rappresentato dalla
circolare R.L. prot. n°57382 in merito all’applicazione di D.M. 11/03/88
relativo all’autorizzazione di cui all’art. 34 della citata L.R. 16/4/84 n°22.
In riferimento all’opera in oggetto, a prevalente sviluppo
orizzontale e lineare, la relazione geologica preliminare di inquadramento
generale e quella esecutiva, previste dalla circolare R.L. n°57382, sono
rappresentate dalla presente nota tecnica, ritenendosi le indagini di
superficie eseguite esaustive in relazione alla modesta entità dell’intervento.
Per ciò che riguarda la tutela delle acque dall’inquinamento
(L. n. 319/76 e relativi criteri del Min. LL.PP., delibera del Comitato dei
Ministri del 4/2/77) occorrerà prendere
gli accorgimenti specificati al paragrafo 9.1.
In merito all’interferenza con l’opera di presa esistente, i
manufatti in oggetto si configurano nel quadro di misure per l’allontanamento
dalla fascia di rispetto di 200 m di tratti di condotta fognaria esistente che
attualmente scaricano i liquami, senza alcun trattamento nel torrente Bisagno
(D.P.R. n. 236/88). Si evidenzia
peraltro anche il passaggio della condotta nella fascia di rispetto assoluto di
10 m; con la necessità quindi di acquisire prima dell’inizio dei lavori le
dovute autorizzazioni.
Inoltre si sottolinea che la scelta di far passare il
tracciato della fognatura in prossimità della tubazione dell’acquedotto
A.M.G.A., a detta del progettista, è stata dettata da vincoli di quote e di
pendenze indispensabili per il buon funzionamento dell’opera in oggetto.
L’intervento in oggetto non è in contrasto con i divieti
delle norme transitorie di cui all’art. 26 della L.R. n°9/93 in attuazione
della L. n°183/89 in materia di difesa del suolo, non costituendo edificazione.
1.3 Modalità
L’indagine geologica è stata articolata nel modo seguente:
· indagine preliminare aerofotogrammetrica da fotografie a
scala 1:13000, cm 24x25, utilizzando lo stereoscopio cartografico Topcon;
· rilevamento geologico, geomorfologico ed idrogeologico sul
terreno;
· rilievo geostrutturale degli ammassi rocciosi affioranti (A.R.)
con classificazione geomeccanica secondo il sistema RMR di BIENIAWSKI;
· esame delle condizioni di stabilità dei versanti in roccia;
· parametrizzazione di massima delle coltri eluvio -
colluviali e delle alluvioni;
· verifica della compatibilità dell’opera prevista con gli
aspetti del vincolo idrogeologico;
· verifica della compatibilità tra caratteristiche geologiche
generali dell’area e scelte progettuali;
· stesura di relazione geologica e geotecnica con indicazione
dei criteri di intervento e di sistemazione dell’area ed elaborazione di
cartografia tematica a scala 1:2000 e sezioni geologiche indicative a scala
1:200.
2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’area oggetto di studio è ubicata in corrispondenza della
confluenza del torrente Lentro nel torrente
Bisagno, del quale è affluente di sponda sinistra, nei pressi della
località La Presa.
Con riferimento alla Carta Tecnica Regionale a scala 1:5000,
il tracciato della rete fognaria ricade interamente nel foglio 214131 -
Viganego.
Il tracciato della rete fognaria, compreso tra le quote
altimetriche di 140 m e di 215 m sul l.m.m., interessa la strada per Viganego,
attraversa la statale n° 45 della Val Trebbia e, mediante sifone, l’alveo del
torrente Bisagno nei pressi del ponte romano, proseguendo poi in sponda destra
fino all’area destinata al depuratore sita nei pressi di un ex cementificio.
3 GEOLOGIA
L’area in esame è caratterizzata dalla Formazione dei Calcari
di Monte Antola secondo la terminologia adottata dalla Carta Geologica d’Italia,
a scala 1:100.000, foglio 82 - Genova. Tale formazione è costituita da calcari
marnosi, marne calcaree e marne argillose in sequenze ritmicamente ripetute
talora a base calcarenitica, localmente intercalate ad argilloscisti, arenarie
straterellate e marnoscisti di tipo ardesiaco.
L’età della formazione è compresa tra il Cretaceo superiore
ed il Paleocene (50-100 m.a.). Lineamenti a grande scala, deducibili
dall’analisi delle foto aeree, sono stati confermati sul terreno da forti salti
di pendenza e da brusche variazioni dell’andamento dell’alveo del Lentro nei
pressi della confluenza con il Bisagno. Queste strutture, riferibili a
dislocazioni tettoniche di tipo fragile, presentano direzioni preferenziali
circa SW-NE e circa W-E.
Le litologie affioranti sono rappresentate sostanzialmente
da livelli calcareo marnosi di spessore variabile dai 10 cm al metro,
intervallati sporadicamente da sottili strati argillitici.
L’assetto della formazione, che presenta immersione verso NW
con giacitura 300/35 nell’area impegnata dal tratto B delle rete fognaria,
passa a bancate caratterizzate da valori intorno a 170/20 della superficie di
strato nel tratto A in sponda destra del Bisagno, a monte dell’area destinata
al depuratore.
Localmente sono presenti zone di coltre eluvio - colluviale,
di spessore inferiori, nella media, al metro.
Inoltre sono da segnalare le alluvioni attuali e recenti dei
torrenti Bisagno e Lentro. Si tratta di alluvioni torrentizie, a granulometria
variabile, su valori grossolani.
4 GEOMORFOLOGIA
L’aspetto della zona è il risultato degli effetti combinati
di almeno due fattori: a) assetto giaciturale in generale monoclinale della
formazione, b) erosione dei torrenti Bisagno e Lentro, impostatisi secondo la direzione
di strato e/o le direzioni tettoniche principali.
Di seguito verranno esposte più dettagliatamente le
considerazioni geomorfologiche suddividendo l’area di studio in tratti omogenei
e con riferimento al tracciato fognario.
Tratto A -
sponda sinistra del torrente Bisagno
In corrispondenza dell’ansa del torrente, nel tratto
immediatamente a monte dell’inizio del tracciato è da segnalare un’area di
materiali sciolti stabilizzati mediante uso di viminate, probabilmente da
mettersi in relazione con la costruzione della strada statale.
Il tracciato fognario si sviluppa, nella sua parte iniziale,
in sponda sinistra, in aggraffo al muro di contenimento della costruzione ad
uso commerciale.
In questo tratto occorrerà tenere nelle dovute
considerazioni anche l’azione di scalzamento al piede del muro, operata dalle
acque del Bisagno, anche in relazione al fatto che il muro appare essere
impostato sulle alluvioni (cfr. Tav. 2, sezione B).
La restante parte sinistra dell’alveo, fino all’ex cementificio,
è impostato su alluvioni terrazzate a monte della prima briglia, in roccia nei
pressi della curvatura del torrente, e infine per circa 100 m in
eluvio-colluvio ed alluvioni.
Con riferimento all’elaborato cartografico in allegato
(Tav.1), sempre in sponda sinistra sono stati rilevati alcuni dissesti di
seguito elencati, procedendo verso valle:
1. nicchia di frana di crollo, attiva;
2. ciglio di arretramento quiescente, a monte della rotabile,
parzialmente sistemato mediante muro in c.a.;
3. modesto dissesto nei pressi del ponte dell’ex cementificio;
4. piccola conoide in materiali sciolti in prossimità del rio
Erbuenza.
Tratto A -
sponda destra del torrente Bisagno
Il tratto a monte del ponte romano è caratterizzato dalla
presenza di una conoide di detrito di grossa pezzatura da mettersi in relazione
con la cava, attualmente non attiva il cui fronte è soggetto a continui
fenomeni di crollo. La zona non è comunque interessata dal tracciato in
questione.
L’area di intervento presenta affioramenti rocciosi passanti
ad eluvio-colluvio e coltri sottili e discontinue. I settori caratterizzati dalle coltri, si possono localizzare nel
tratto compreso tra la zona del sifone
e l’opera di presa dell’acquedotto A.M.G.A..
Lungo il versante, immediatamente a monte del tracciato, in
corrispondenza del tratto di torrente compreso tra il ponte romano e la prima
briglia, si rileva però la presenza di una zona in coltre detritica, sistemata
a terrazze, sostenute da muretti a secco di altezza intorno al metro e in
condizioni di conservazione precarie.
Gli affioramenti rocciosi dei Calcari di M.Antola, messi in
evidenza anche a seguito della costruzione dell’opera di presa e del relativo
condotto, nella parte più a valle diventano più o meno sconnessi e pieghettati
con giaciture variabili da 340/30 a 170/20.
Tratto B -
versante destro del Lentro.
Le ricognizioni geologiche eseguite hanno evidenziato per il
versante in studio un vasto collasso della formazione rocciosa costituente, legato
ad alcuni allineamenti tettonici. In prossimità ed in continuità di tali linee
di faglia compaiono dei cigli di
distacco quiescenti con movimenti
franosi per crollo di blocchi calcarei anche di discrete dimensioni.
Lungo il versante ad acclività piuttosto accentuata si
possono distinguere due aree ben distinte:
· roccia disarticolata e dislocata caratterizzata da blocchi e
trovanti di dimensioni metriche;
· affioramenti rocciosi costituiti da bancate calcareo -
marnose con assetto a traverpoggio, massive, seppur caratterizzate da un
sistema di fratturazione quasi perpendicolare alla superficie di strato,
affioranti lungo la strada per Viganego, nei pressi della cabina elettrica.
Da segnalare che il muro a secco a monte della rotabile,
alto in taluni punti oltre due metri, non denota segni di instabilità o lesioni, mentre il muro in
pietra, di protezione a valle, alto circa 5-6 m, presenta in più punti delle
rotture.
Vi sono inoltre piccoli cedimenti della banchina nel tratto
stradale rettilineo, dove quest’ultimo “pende” verso valle anziché verso la
cunetta di monte.
Tratto B -
versante sinistro del Bisagno.
L’assetto della roccia è a franapoggio con inclinazione pari
a quella del versante.
Sono stati individuati segni di instabilità, lungo la strada
per Viganego, nonché attività erosiva diffusa e cigli di arretramento attivi.
In particolare sono da segnalare un blocco in equilibrio instabile di
dimensioni circa 3mx1mx1m a monte della rotabile ed un dissesto di ben maggior
entità per il quale si rimanda alla scheda allegata (Tav. 3). Si hanno anche
delle lesioni e dei cedimenti del muretto a valle della strada, che potrebbero
essere interpretati come segni premonitori di una potenziale evoluzione
sfavorevole dell’equilibrio attuale, se non saranno presi in considerazione
possibili interventi di bonifica, anche in relazione ai lavori di installazione
della rete fognaria.
5 IDROGEOLOGIA
Il deflusso naturale delle acque di precipitazione lungo il pendio
è fortemente influenzato dalla presenza di una linea di deflusso preferenziale
delle acque superficiali rappresentata dalla strada per Viganego, la quale ,
correndo trasversalmente al versante, funge da canale di gronda per le acque di
ruscellamento lungo lo stesso. Tali acque sono convogliate in una cunetta a
monte della rotabile.
Un tombino scarica le acque raccolte verso l’area denudata
sulla quale si svilupperà il ramo in aggraffo della fognatura, per convogliarle
nel sistema di regimazione facente capo alla rete stradale principale.
Un ruscellamento di maggior entità ed estensione areale, si
ha nella porzione di versante in sponda destra del Bisagno nel tratto compreso
tra l’opera di presa dell’acquedotto e l’ex cementificio. Qui l’acqua si incanala
in vie preferenziali che, come già evidenziato nel paragrafo dedicato alla
geomorfologia, danno origine a fenomeni di erosione lineare accelerata .
Da rilevare la discreta portata ed il persistere anche in
assenza di precipitazioni dello stillicidio, di cui si dovrà tener conto in
fase di progettazione e realizzazione delle opere.
Il substrato roccioso, sostanzialmente impermeabile in
condizioni di integrità risulta invece permeabile per fratturazione e
fessurazione, almeno nei livelli superficiali, dove le discontinuità
rappresentano vie di deflusso preferenziali delle acque di infiltrazione. Le
fessure, per la solubilità dei calcari, vengono ampliate dall’azione solvente
dell’acqua che circola entro la roccia.
Si è quindi di fronte a rocce soggette a permeabilità
crescente nel tempo.
La presenza di alcune emergenze idriche in sponda destra del
torrente Bisagno è da collegarsi a questo meccanismo di circolazione dell’acqua
nel sottosuolo.
Inoltre le sottili coperture detritiche, data la presenza di
matrice fine possono essere considerate materiali a permeabilità per porosità
medio-bassa che determina locali fenomeni di impregnazione degli stessi in
particolare al contatto fra la coltre ed il substrato roccioso. Tali evidenze
si hanno in sponda sinistra del Bisagno nei pressi del ponte romano
nell’accumulo alluvionale su cui cresce della vegetazione igrofila. Le maggiori
condizioni di instabilità geomorfologiche si riscontrano nelle coltri
detritiche, fortemente imbibite degli impluvi.
6 GEOMECCANICA
6.1 Rilevamento strutturale e classificazione
degli A.R.
La necessità di distinguere tra roccia intesa come materiale
e A.R. trae origine dalla presenza negli A.R. di discontinuità, quali giunti e
faglie, che differenziano in modo notevole il comportamento meccanico
dell’ammasso da quello della matrice rocciosa che lo costituisce.
Al fine della caratterizzazione geomeccanica degli A.R.
presenti nella zona di interesse, è stato effettuato un rilevamento
strutturale, con riferimento alla classificazione secondo Bieniawski (1979).
Il rilevamento è stato effettuato su una porzione di parete
rocciosa “campione” lunga circa 10 m nei pressi dell’opera di presa
dell’acquedotto A.M.G.A.; le risultanze di seguito illustrate possono
estendersi all’intero tratto in sponda destra del Bisagno non rilevandosi
sostanziali variazioni nelle condizioni di assetto e conservazione
dell’ammasso.
Il metodo di Bieniawski
è basato sull’esame di alcuni parametri caratteristici:
R1 resistenza a compressione
monoassiale della roccia intatta (sc), determinata
mediante indice di Schmidt,
R2 indice RQD[1]
calcolato per via indiretta,
R3 spaziatura dei
giunti,
R4 condizioni dei
giunti (scabrezza, alterazioni delle pareti, apertura, materiale di riempimento),
R5 condizioni
idrauliche (presenza di acqua).
Si definisce BMR (Base Mass Rating) la sommatoria degli
indici sopra elencati con il quale si classifica l’A.R. (vedi Tab. 1).
Tab. 1
Parametro |
Valore |
Indice |
R1 |
1000 kg/cmq |
15 |
R2 |
25% |
17 |
R3 |
10 - 50 cm |
10 |
R4 |
sup. liscia ed alterata. |
20 |
R5 |
umidità |
7 |
BMR |
Classe II,
A.R. buono |
69 |
All’A.R. così classificato possono attribuirsi i valori di
coesione (c) ed angolo d’attrito (f),
desunti dalle seguenti relazioni:
c = 5 x BMR = 345 kPa
f = 5 + BMR/2 = 40°
6.2 Stabilità degli A.R.
Nelle pagine che seguono vengono effettuate le verifiche di
stabilità in corrispondenza del dissesto[2]
sito lungo la strada per Viganego, con il metodo dell’equilibrio limite,
utilizzando i criteri di resistenza di Coulomb e Barton; le relative
back-analysis hanno permesso di calcolare indirettamente alcuni parametri
geomeccanici, quali la coesione c e la rugosità JRC.
La finalità di tali verifiche è quella di mettere in
evidenza come la modifica del profilo naturale del versante (taglio stradale,
scasso per tralicci) possa portare a condizioni di instabilità. Prova è lo
scivolamento di alcune bancate calcaree in corrispondenza dei giunti di
stratificazione lungo il taglio stradale della Val Lentro dove, a seguito di
tale fenomeno, in alcuni punti sono stati effettuati placcaggi degli strati
instabili mediante chiodatura.
Si è preso in esame un blocco mobilizzato per scorrimento
delimitato dalle seguenti discontinuità:
a) giunto che agisce da frattura di trazione: 240/85
b) giunti che delimitano lateralmente la porzione instabile:
destra:
180/90
sinistra:
non rilevabile
c) giunto agente come superficie di scorrimento: 310/35.
La rappresentazione schematica di tale blocco è la seguente:
Il giunto che agisce come superficie di scivolamento (c), è
alterato (ossidazione, argilla), leggermente ondulato ed umido.
Gli interstrati argillitici si “ammorbidiscono” in presenza di
acqua, responsabile peraltro delle sovrapressioni idriche particolarmente
“dannose” ai fini della stabilità, in quanto contrastano la tensione normale
agente sulla superficie di strato.
Possibili condizioni di scivolamento:
· I giunti verticali originatisi per trazione a causa del
taglio stradale, che ha rimosso il piede naturale del versante, si possono
riempire di acqua ed agire come “tension cracks”; in queste condizioni l’acqua
nelle fratture di trazione è responsabile dello scorrimento;
· a causa dello scavo e del conseguente scorrimento è stata
incrementata la circolazione idrica nelle fratture. La superficie di
scorrimento viene saturata e subisce una riduzione delle caratteristiche
meccaniche di resistenza al taglio a seguito della diminuzione del contributo
delle asperità e della coesione.
Volume del blocco mobilizzato
Vo = A x Z = 16.25 m2 x 0.6 m = 9.75 m3
dove:
Vo = volume [ m3 ]
A = superficie di scivolamento [ m2 ]
Z = spessore dello strato [ m ]
Peso del blocco mobilizzato
W = Vo x g = 9.75 m3 x 2.7 t/m3 = 26.32 t
dove:
W = peso [ t ]
g = peso di volume dei
calcari [
t/m3 ]
Analisi di stabilità (criterio di Coulomb)
Le verifiche che seguono sono effettuate per due differenti condizioni
idrogeologiche: saturazione (a) assenza di acqua (b).
caso a) Zw
= Z = 0.6 m
U = ½ x gw x Zw x
A = 4.875 t
dove:
U = forza normale alla superficie di scorrimento [ t ]
gw = peso specifico dell’acqua [ t/m3 ]
V = ½ x gw x Zw2
x L= 0.25 t
dove:
V = forza normale alla frattura di trazione [ t ]
L = lunghezza del giunto di trazione [ m ]
F = íc x A + [W cosj
- U - V sinj] x tanfý / (W sinj + V cosj) = 0.504
dove:
F = fattore di sicurezza
c = coesione = 0 t/m2
f = angolo di attrito dell’interstrato argilloso = 25°
j = angolo di inclinazione della superficie di scivolamento =
35°.
caso b) Zw
= 0
U = 0
V = 0
F = Wcosj x tanf
/ Wsinj = 0.666
Back-analysis (Coulomb)
Ponendo F=1 (condizione all’equilibrio limite) ed
esplicitando rispetto a c :
c = [F (Wsinj + Vcosj) - (Wcosj - U - Vsinj) x tanf] / A
caso a) Zw
= 0.6 m
c = 0.467 t/m2
caso b) Zw = 0
c = 0.310 t/m2
La differenza tra i valori superiore ed inferiore della
coesione è del 66%. Relativamente alle condizioni innescanti lo scivolamento,
presumibilmente di saturazione, si può assegnare il valore maggiore ed
ipotizzare una riduzione di c che ha determinato l’instabilità.
Analisi di stabilità (criterio di Barton)
La resistenza al taglio relativa alla discontinuità in esame può essere ottenuta
usando la relazione di Barton:
t’ = sn’ tan[f + JRC
log(JCS/ sn’)]
dove:
t’ = resistenza al taglio [ Mpa ]
sn’ = tensione
normale [ Mpa ]
JRC = Joint Roughness
Coefficient
JCS = Joint Compression Strenght [ Mpa ]
La verifica di stabilità si ottiene applicando la formula di
Barton all’equazione di Hoek & Bray:
F = t’ x A / (Wsinj + Vcosj)
Calcolo di JCS
Lo sclerometro (martello di Schmidt) applicato alla
superficie in esame ha fornito un valore di JCS pari a 100 MPa, al quale è
stato apportato un valore di riduzione uguale a 2. Il JCS adottato risulta
quindi essere di 50 MPa.
Stima di JRC
Utilizzando il metodo del confronto visivo con profili tipo di
Barton si è prescelto il valore di JRC = 4.
Tensione
normale sn’
sn’ = (W cosj - U - V sinj) / A
caso a) Zw
= Z = 0.6 m
sn’ = 1.018 t /
m2 = 0.0102 MPa
caso b) Zw
= 0
sn’ = 1.327 t /
m2 = 0.0133 MPa
Resistenza al
taglio t’
Applicando la già citata relazione
t’ = sn’ tan[f + JRC
log(JCS/sn')]
si ottiene:
caso a) Zw
= 0.6 m
t’ = 0.847 t / m2
caso b) Zw = 0
t’ = 1.086 t / m2
Fattore di
sicurezza F
caso a) Zw
= Z = 0.6 m
F = 0.900
caso b) Zw
= 0
F = 1.169
E’ evidente come in situazioni non drenate le condizioni di
stabilità siano prossime all’equilibrio limite ed inferiori all’unità.
Back-analysis (Barton)
Ponendo F=1 (condizione all’equilibrio limite) ed
esplicitando rispetto a t’:
t’ = (Wsinj + Vcosj) / A
caso a) Zw
= 0.6 m
t’ = 0.942 t / m2
caso b) Zw = 0
t’ = 0.929 t / m2
I conseguenti JRC risultano quindi essere:
caso a) Zw
= 0.6 m
JRC = [arctan(t’/sn’) - f] / log(JCS/sn') = 4.8
caso b) Zw
= 0
JRC = [arctan(t’/sn’) - f] / log(JCS/sn') = 2.8
Il valore del JRC calcolato è compreso tra 2.8 e 4.8 con una
variazione del 58%.
Considerando come situazione più probabile nel momento
immediatamente precedente lo scorrimento una condizione di saturazione
dell’A.R. con presenza di acqua nelle fratture di trazione, si può assumere il
valore più alto come caratteristico del giunto di scivolamento.
Tale valore è peraltro in accordo con il valore stimato ed
assegnato per le verifiche di stabilità.
6.3 Markland test
Al fine di verificare la stabilità della scarpata in sponda
destra del torrente Bisagno è stato eseguito il test di Markland che serve per
individuare le possibili superfici di scivolamento o la presenza di cunei
rocciosi instabili in relazione ai sistemi di fratturazione presenti nell’ A.R.
Un accurato rilevamento della geometria dei giunti di strato
e fratture ha permesso la rappresentazione sulla proiezione stereografica delle
seguenti discontinuità:
stratificazione (S): 345/33
famiglia di frattura (A): 70/80
famiglia di frattura (B): 130/65
famiglia di frattura (C): 165/72
famiglia di frattura (D): 185/50
scarpata di versante (P): 200/75
angolo di attrito dell’A.R.: 40°.
Come evidenziato nel reticolo di Schmidt allegato (Tav. 4), le
condizioni di stabilità non sono favorevoli per le direzioni d, bd, ad di potenziale scivolamento.
7 CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DI MASSIMA
DELLE COLTRI E DELLE ALLUVIONI
E’ possibile eseguire una caratterizzazione geotecnica di
massima delle coltri interessate dal tracciato, con esclusione del terreno di
riporto, sulla base di analogie con terreni similari investigati ad altro
titolo e dell’esperienza generale sui materiali provenienti dalla detrizione
dei Calcari di Monte Antola.
I valori dei parametri geotecnici principali possono essere
così riassunti:
coltri alluvioni
peso specifico g = 1.9 t/m3 g = 2.2 t/m3
angolo di
attrito f = 28° f = 30°
coesione c = 0 (valore cautelativo) c =
0
8 VERIFICA DEI FATTORI DEL VINCOLO
IDROGEOLOGICO
Il R.D. n°3267 del 1923 indica tre fattori che regolano il
vincolo: stabilità dei versanti, copertura vegetale e regime delle acque.
In riferimento a tali fattori, si osserva che l’intervento
in questione non apporterà modifiche sostanziali al profilo del versante e
pertanto con l’adozione di opportuni criteri, indicati nel successivo
paragrafo, le condizioni globali di stabilità del versante risulteranno
invariate.
Per quanto concerne il regime dei deflussi, le condizioni attuali
dovranno essere migliorate con l’adozione dei criteri di regimazione delle
acque descritti di seguito.
L’area interessata dall’ intervento in oggetto, non subirà
cambiamenti rilevanti rispetto all’attuale destinazione d’uso, essendo, per la maggior parte del
tracciato, già occupata dalla sede stradale e dalla condotta dell’acquedotto
AMGA.
Nel caso in cui si rendessero necessari in corso d’opera
deviazioni della linea fognaria dall’andamento di progetto, che comportassero
abbattimenti di piante, le stesse andranno rimpiazzate a monte del tracciato.
9 CRITERI DI INTERVENTO E DI SISTEMAZIONE
IDROGEOLOGICA DELL’AREA
9.1 Principali soluzioni tecniche suggerite
In relazione agli obiettivi di cui al paragrafo 1.1 e sulla
base delle indagini eseguite, l’area è
da ritenersi idonea all’intervento in progetto, con il rispetto dei criteri
di sistemazione appresso specificati.
Per quanto riguarda gli scavi
lungo la strada per Viganego in corrispondenza dei settori caratterizzati da
instabilità geomorfologica in atto o quiescente, già individuati nel paragrafo
4 e per il modesto tratto lungo la S.S. n°45, gli accorgimenti essenziali sono
i seguenti:
· lo scavo dovrà essere realizzato senza interessare le
bancate del substrato roccioso, al fine di non interrompere la loro continuità
per cui si determinerebbero linee di debolezza con pericolosi squilibri dei
medesimi;
· la messa in opera di materiale drenante per il riempimento
dello scavo, di spessore pari alla sua profondità, formato nelle classi granulometriche
da 10-15 mm a 35 mm, atto a non interrompere la circolazione sottosuperficiale
delle acque;
· nel caso in cui l’apertura dello scavo dovesse mettere in
evidenza la presenza d’acqua e comunque di un riporto con granulometria molto
fine e con percentuale significativa della frazione argillosa, dovrà essere
presa in considerazione l’adozione di drenaggi collocati trasversalmente alla
condotta nei punti di maggior presenza idrica e sistemati alla quota di
fondoscavo. I drenaggi-tipo saranno realizzati mediante messa in opera di
canalette atte all’allontanamento delle acque dallo scavo;
· il tracciato della fognatura non dovrà in nessun caso
interrompere tombini stradali, né determinare riduzioni di sezione idraulica.
· dovranno essere tenuti in debito conto, durante lo scavo,
eventuali problemi di interferenza con la rete elettrica nei pressi della
cabina ENEL.
Per il tratto di collettore
in aggraffo tra la strada per Viganego e la strada statale della Val
Trebbia si consiglia l’approfondimento dei suoi punti d’ancoraggio per almeno
70 cm e con interasse pari a circa 1 m , tenuto conto delle elaborazioni
esposte nel paragrafo 6.2.
L’area di ubicazione
della vasca Imhoff, nei pressi del sifone, dovrà essere salvaguardata mediante
realizzazione di un muro di contenimento a valle e canalizzazione delle acque
di ruscellamento a monte.
Le vasche settiche di tipo Imhoff dovranno essere costruite
a perfetta regola d’arte sia per proteggere il terreno circostante che la falda
freatica, in quanto completamente interrate.
Il sifone dovrà
essere impostato nel substrato roccioso ed ancorato ad esso al fine di non
interrompere la falda subalveare, e di evitare che il potere di approfondimento
del torrente possa scalzare la condotta fognaria.
Nel tratto terminale in sponda
destra, previsto per ragioni plano-altimetriche adiacente alla condotta
A.M.G.A., lo scavo in roccia, seppur di modeste dimensioni, dovrà essere
effettuato avendo cura di non interrompere del tutto le bancate rocciose e
verificando che non siano presenti superfici di possibile scivolamento definite
dal Markland test ed altre eventuali discontinuità non individuate durante il
rilievo di superficie, ma non escludibili a priori e se del caso adottare
immediatamente tutte le precauzioni ritenute necessarie per non compromettere
la stabilità dell’ammasso roccioso soprastante.
Si consiglia pertanto di effettuare lo scavo con la massima
cautela ed a campioni di 6-8 m, riducendo al minimo indispensabile la larghezza
dello scavo.
Lo scavo in materiali sciolti dovrà essere realizzato
tenendosi a debita distanza dalle opere di sostegno in pietra esistenti.
Inoltre, superata l’opera di presa, lo scasso interesserà
anche una parete rocciosa subverticale che presenta alcune emergenze idriche di
rilievo e fenomeni di erosione lineare. Di tali evidenze si deve tener conto,
prevedendo una accurata canalizzazione delle acque di ruscellamento
superficiale, subito a monte del bauletto di rivestimento e tale da permettere
il superamento del manufatto in progetto, con opportuni scarichi verso l’alveo.
Relativamente alla condotta fognaria, si prescrive
l’adozione di doppio tubo, inserito in un bauletto in calcestruzzo, al fine di
evitare dispersioni di liquami nel terreno, data la vicinanza con l’opera di
presa e relativo tracciato acquedottistico.
L’ente gestore della fognatura dovrà anche dotarsi di una
planimetria quotata che comprenda gli schemi sia della rete fognaria che di
quella di distribuzione dell’acqua potabile, da tenere costantemente
aggiornata.
Considerazioni diverse devono essere fatte sulla futura sede
del depuratore in ordine alla sua
stabilità.
· Il muro d’argine, a contenimento e protezione della zona del
depuratore dovrà essere fondato nel substrato roccioso, data anche la modesta
profondità di reperimento e dotato di barbacani di densità opportuna;
· il terrapieno, realizzato in materiale di granulometria
grossolana, dovrà essere protetto da una pavimentazione, data la possibilità di
inondazione;
· il sito occupato dalle vasche deve essere impermeabilizzato
e quindi isolato dal riporto contenuto da detto muro;
· al piede del versante ed a monte del sito in esame dovrà
essere realizzata una canaletta atta a raccogliere le acque superficiali ed a
convogliarle verso l’alveo del Bisagno.
LEGENDA
RIPORTI
ALLUVIONI
ATTUALI E RECENTI
DEPOSITI
ALLUVIONALI, TALVOLTA TERRAZZATI E IN PARTE
RIMANEGGIATI
COLTRI
SOTTILI ELUVIO-COLLUVIALI DI SPESSORE INFERIORE
AL
METRO
PORZIONI
DI VERSANTE IN ROCCIA DISARTICOLATA E
DISLOCATA
VERSANTI
IN ROCCIA IN BUONE CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE
PASSANTI
AD ELUVIO-COLLUVIO DI SPESSORE INFERIORE
NELLA
MEDIA A 0.5 m.
DISSESTO
NON CARTOGRAFABILE
CORONA
DI FRANA ATTIVA
CORONA
DI FRANA QUIESCENTE
EROSIONE
SPONDALE
EROSIONE
INCANALATA
CONO
DETRITICO
ORLO
DI TERRAZZO
FAGLIA
PRESUNTA E POSSIBILE PROSECUZIONE
TRACCIA
DI SEZIONE
TAV. 1
Carta
geologico-geomorfologica
scala 1:2.000
PROVINCIA DI GENOVA
SCHEDA
CENSIMENTO FRANE
Tav. 3
Data 14 febbraio 1996
C.T.R.1:10000
214130 - BAVARI
C.T.R.1:5000
214131 - VIGANEGO
Comune BARGAGLI
Località LA PRESA
Rilevatore FALCIONI - FERRANDO - ONETO - TOMASELLI
Foto sì no
Tipo e stato
del dissesto
distacco
attivo
scivolamento
quiescente
colata stabilizzato
sprofondamento
soliflusso
erosione spondale
misto
Potenzialità
evolutiva nel tempo breve media lunga
Età molto antico antico recente attuale
Materiale di
frana roccia coltre misto
Litologia del
substrato CALCARI MARNOSI DI
M. ANTOLA
Assetto del
substrato favorevole sfavorevole indifferente
Condizioni del
substrato
poco alterato poco fratturato
alterato fratturato
molto alterato molto fratturato
Esposizione
del versante OVEST - NORD OVEST
Assetto del
versante
roccia affiorante bosco
arbustivo incolto coltivato
prato denudato
rimaneggiato terrazzamento
urbanizzato totale urbanizzato parziale
Acclività del
versante poco acclive
acclive molto
acclive
Caratteristiche
geometriche
forma nicchia RETTILINEA
ampiezza fronte 90 m
lunghezza fronte 20 m
potenza del distacco 60 cm coltre substrato
60 cm
volume accumulo 10800 mc asportato totalmente
asportato parzialmente
Granulometria
accumulo
limo/argilla rocce/massi
sabbia/ghiaia trovanti/blocchi
Condizioni
idrogeologiche
PERMEABILE PER FRATTURAZIONE. CUNETTA A VALLE DEL DISSESTO
CHE SI RACCORDA AD UN TOMBINO (DIAMETRO CIRCA 50 cm) CHE SCARICA SULLO STRATO
DI APPOGGIO DEL TUBO IN AGGRAFFO
Interferenze
con corsi d’acqua sbarramento di rivo
erosione al piede
Cause del
dissesto
tettonica sisma erosione
giacitura litologia deposizione
fratturazione morfologia precipitazioni
alterazione acclività sbancamento
rilevato errata
o mancata regimazione delle acque
Segni
premonitori
LESIONI E CEDIMENTI DEL MURETTO A VALLE DELLA STRADA
Danni
persone case strade asfaltate ferrovia
dighe ponti condotte gas
acquedotti
gallerie reti fognarie linee elettriche
altro
Indagini
geognostico-geotecniche sì no
Interventi
proposti
CHIODATURA DEGLI STRATI SUPERFICIALI
DISGAGGIO PORZIONI INSTABILI
Altro
PARTE DEL DISSESTO E’ GIA’ STATO STABILIZZATO MEDIANTE
CHIODATURA - LO SBANCAMENTO CAUSA DEL DISSESTO SI RIFERISCE AL TAGLIO STRADALE
Scheda redatta da:
Dr. Claudio Falcioni - Dr. Maria Ferrando
Dr. Antonio Oneto - Dr. Alessandro Tomaselli